Quando si parla di branding, viene naturale pensare a marchi intoccabili, che hanno costruito una riconoscibilità solida e coerente nel tempo. Prendi Nike, ad esempio. Lo Swoosh è uno dei loghi più riconoscibili al mondo, un simbolo che sembra intoccabile. Ma, come si suol dire, mai dire mai!
Recentemente, Nike ha deciso di rompere questa "regola non scritta" durante una partita dell'Inter, in cui il Swoosh appariva ruotato verticalmente sulla maglia. Un errore? Assolutamente no. Questa mossa è parte della campagna Together We Rise, un’iniziativa che celebra il boom del calcio femminile e sottolinea l’importanza di rompere gli schemi tradizionali.
Le storie dietro le maglie
Nike ha voluto raccontare storie locali e celebrare le città d'origine dei club attraverso queste terze maglie. Il Manchester City, ad esempio, ha adottato un carattere disegnato nientemeno che da Noel Gallagher degli Oasis, creando un legame tra la squadra e la celebre scena musicale di Manchester. Tottenham, invece, ha omaggiato il quartiere Seven Sisters con un vibrante verde, mentre il Liverpool richiama la ribellione della scena punk che ha plasmato la città.
Chelsea e Atlético Madrid raccontano le loro storie fondendo arte, calcio e cultura locale, mentre il Pumas si ispira agli alberi di jacaranda che tingono di viola le strade di Città del Messico. Club América, infine, omaggia la cultura messicana fondendo simboli aztechi e piante di agave.
Questa serie di maglie non è solo una collezione limitata: è un modo per Nike di collegare le squadre alla loro storia e alle loro comunità. E la rotazione dello Swoosh diventa un simbolo di accelerazione e cambiamento, riflettendo la forza emergente del calcio femminile.
Nike e il reverse Swoosh: un tuffo nel passato
Non è la prima volta che Nike sperimenta con il suo logo. Negli anni ’90, Dennis Rodman indossava le Nike Air Darwin con lo Swoosh capovolto, riflettendo il suo stile ribelle e fuori dagli schemi. Più recentemente, Travis Scott ha ripreso questa tradizione con le sue Air Jordan 1 nel 2019, portando il reverse Swoosh su un modello che ha conquistato i fan delle sneakers e del design.
Da Agassi a LeBron, il reverse Swoosh è diventato un simbolo di ribellione, innovazione e sfida agli schemi. Nike, infatti, non è nuova a questi esperimenti e ogni volta riesce a trasformare un piccolo dettaglio in un messaggio potente: rompere le regole non è un errore, ma un modo per raccontare una nuova storia.
Shu-Ha-Ri: Rompere le regole per diventare la regola
E qui entra in gioco un concetto giapponese che mi affascina: lo Shu-Ha-Ri (守破離). Questo principio descrive il percorso di apprendimento e maestria. Si parte da Shu, seguendo le regole alla lettera, poi si passa a Ha, dove si inizia a rompere le regole per sperimentare, fino a raggiungere Ri, il livello in cui si trascendono le regole e si crea la propria via.
Nike, in questo caso, ha chiaramente raggiunto il livello Ri. Dopo anni di padronanza delle regole del branding, ora può permettersi di romperle consapevolmente, ridefinendo il concetto di identità visiva. Ruotare o invertire lo Swoosh non è una mossa casuale, ma una decisione strategica che riflette la maestria nel branding.
Conclusione: Le regole sono fatte per essere infrante... con criterio
Il branding non è mai statico. Le regole sono importanti, certo, ma solo chi ha il coraggio di infrangerle in modo strategico può davvero innovare e creare qualcosa di rivoluzionario. E Nike ci dimostra proprio questo: saper rompere le regole al momento giusto.
E voi? Avete mai infranto una regola nel vostro lavoro per fare spazio a qualcosa di più grande? Fatemi sapere nei commenti!